Il sogno della missione a Loulou
A te, a voi...a tutti coloro che hanno condiviso il sogno della missione a Loulou
La nostra presenza nella savana di Loulou, nella diocesi Maroua, nell’Estremo Nord del Cameroun, si è conclusa. Gli eventi drammatici che hanno travolto anche questa terra, nell’assurdità di un estremismo chiamato Boko Haram, hanno piegato la possibilità di condividere la vita, la fede, il dialogo con la gente, con le comunità cristiane, con i fratelli e sorelle musulmani, lì dove vivono.
La nostra Chiesa di Milano, insieme a quelle di Vicenza e di Como, ha dovuto decidere dolorosamente l’interruzione della presenza dei loro “Fidei donum”. Mai avremmo immaginato di essere così vicino alla violenza di strategie terroristiche che hanno prepotentemente generato malvagità.
La gente soffre e muore, ancora oggi. E’ cronaca di questi giorni: attentati e rappresaglie nel nord-est della Nigeria come nell’estremo nord del Cameroun.
Un’assurdità che abbiamo toccato con mano quando è avvenuto il rapimento dei nostri amici don Giampaolo, don Gianantonio e suor Gilberte e, in un forte spirito di fraternità e comunione, abbiamo pregato con tanti di voi, invocando la loro liberazione. Mentre loro, da tutto questo, hanno saputo trarre un ‘bene’.
“Un’agendina nuova e una penna - spiegano i missionari - hanno permesso a suor Gilberte di realizzare un diario clandestino, di fissare pressoché quotidianamente avvenimenti, riflessioni, condivisioni, sotto l’occhio ostile dei nostri rapitori. E ci ha aiutato a dare senso a questa esperienza, non cercata ma vissuta nella fraternità, nella preghiera, nella spoliazione, e che nonostante le privazioni vissute ci ha sicuramente arricchito”.
E’ la realtà dentro la quale la missione ti immerge, anche con i suoi "imprevisti".
Il dono della missione, pur accolto in un’esperienza breve e sofferta, si è radicato nella nostra vita. Lo affidiamo, in un desiderio che non viene meno, alla logica del Vangelo, alla logica d’Amore di Dio.
Si, lo affidiamo, per non trattenerlo, perché possa muovere ancora i nostri passi e far circolare vita… “dalla parte dei poveri”.
Quando siamo partite, ci ha accompagnate la generosità di tanti di voi, espressa con la creatività e la possibilità di ciascuno. E’ stata quella marcia in più che ci ha permesso di promuovere gesti di vicinanza concreta alla vita quotidiana della gente di Loulou. Soprattutto nell’avvio di qualche attività, piccoli progetti, con le donne, che sarebbero poi ricadute come bene sulla famiglia, sul villaggio, sulla comunità intera.
Piccole cose sono iniziate, appena abbozzate… ma molto abbiamo avanzato!
Desideriamo condividere come abbiamo pensato di devolvere quanto donato dalla vostra solidarietà.
In una situazione d’emergenza che vede nell’Estremo Nord del Cameroun molti rifugiati, profughi…c’è anche una piccola Betlemme da aiutare.
Il Centro Bethleem, a Mouda, un villaggio a pochi km da Maroua. Ospita e cura persone disabili con problemi motori e psichici, sordomuti, orfani, vedove abbandonate e altri portatori di malattie o emarginati dai villaggi. Inoltre, realizza corsi di formazione e attività professionale in diversi settori come l’artigianato, la falegnameria, la saldatura, e gestisce una fattoria. E', anche, sede di una scuola speciale per sordi con insegnamento specifico con mezzi di comunicazione appropriati.
Il Centro Bethleem è una risorsa in questa terra, dalla quale anche la Parrocchia di Loulou ha attinto e può continuare ad attingere per l’aiuto alla sua gente, quella ancora più ai margini e abbandonata.
Ecco, qui abbiamo destinato i vostri doni!
“Purtroppo la situazione all'estremo nord del Cameroun è peggiorata. Ancora degli attentati provocano morti e feriti. – ci ha scritto padre Danilo, missionario del Pime e responsabile del Centro, proprio in questo mese di ottobre - Noi qui al centro continuiamo le nostre attività con difficoltà a causa della insicurezza che ha paralizzato le persone e gli aiuti esterni; perciò aver pensato a noi in questo momento difficile significa che la provvidenza provvede......ancora grazie”.
Continuando a sperare in un Bene possibile per questa terra, per questo mondo così terribilmente ferito, insieme!
Grazie!
Anna e Emanuela
Milano, 25 ottobre 2015
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