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Apriti alla Verità, porterai la Vita: Convegno Nazionale Vocazioni

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Dal 3 al 5 gennaio, Chicca e Chiara sono andate a Roma per l'annuale convegno sulle vocazioni, che vede riuniti rappresentati di vari Centri Diocesani, Seminari, famiglie religiose... Ecco come vengono rilette alcune parole-chiave del Convegno.
Siamo qui per fare esercizi di grammatica esistenziale”: per CERCARE – AMARE – TESTIMONIARE la Verità. Forse ascoltare la proposta di “esercizi grammaticali” ti può sembrare troppo scolastica poco affascinante, ma in realtà si tratta di entrare “nell’arte della vita, nell’arte del vivere”…
 “Siamo qui per….” Sono le prime parole di saluto di Mons. Francesco Lambiasi, così si è aperto il Convegno Nazionale Vocazioni… queste primissime parole mi hanno accompagnata  per i giorni del Convegno, suscitando in me una domanda: Perché siamo qui? Ho guardato i molti volti presenti e mi sembra di poter dire che siamo arrivati dalle diverse città-paesi dell’Italia perché c’è qualcosa che ci accomuna: abbiamo trovato il Senso vero e bello per la nostra vita e desideriamo che altri possano trovare, anche loro, il Senso che dà forma ad una vita bella! Allora provo a ripercorre per te, ma anche per me, questi tre verbi.
CERCARE
Perché cercare? Perché il nostro cuore non può fare a meno di cercare la verità “il nostro cuore è crepaccio assetato di infinito” (S. Kierkegaard) ; e questa sete non è mai appagata in modo definitivo: la Verità non ti si svela in modo totale e definitivo, ma ti chiede di rimanere nella dinamica della ricerca! Trovo sintesi in un passaggio della relazione della relatrice Maria Pia Valediano che citava Bonhoeffer “…verità non significa togliere il velo a tutte le cose… dire la verità significa rispettare il segreto della realtà”. Possiamo fare nostre, allora,  le parole di un poeta: “Il mio povero cuore sbigottito di non sapere” (Ungaretti). E la nostra vita di sequela del Signore Gesù ci porta a passare dal “che cosa cercate?” (Gv 1,38) al “Chi cerchi?” (Gv 20,15)… Personalmente continuerò a cercare! E oso invitare, anche te che ora mi stai leggendo, a rimanere in questa ricerca! 
 
TESTIMONIARE
E sì, non ho sbagliato a scrivere e tu non hai saltato delle righe nel leggere: c’è stata un inversione di verbi, secondo passo fatto al convegno è stato fermarsi a riflettere su cosa significa testimoniare la verità oggi. Il Card. Poupard ci ha invitato a pro-gettarci nel futuro ha ritrovare-ridare slancio alla “cultura della verità” attraverso passi concreti: lasciarci raggiungere dalla bellezza (ritrovando il senso della bellezza vera, educandoci ad essa); ritrovando i valori biblici come fiducia e fedeltà (perché è vero solo ciò che resiste all’usura del tempo che dura nei secoli… come la fedeltà di Dio); inserirsi gradualmente nella ricerca che ha nell’uomo il suo punto di partenza e in Dio la meta. Cultura della verità è, allora, cultura del Vangelo dove rileggere con amore il Vangelo porta ad amare la Verità, ma più ancora a contemplarla fino a divenire, gradualmente, una cosa sola con la verità che è Gesù. E poi, scoprire che Gesù non è verità da cercare, ma persona d’amare! E come diceva don Tonino Bello (uomo che ha fatto della sua vita una testimonianza di verità): “La Verità  è la ricerca del valore… La Verità che ci rende liberi è partorita dall’amore e non dal timore”.
 
AMARE
E siamo introdotti, in questo verbo, con un gioco di parole: “la Verità amata.. l’amore nasce e cresce nella Verità”. Ci ritroviamo, così, nella dinamica circolare che esiste e sostiene nella reciprocità l’amore e la verità. Al convegno ha significato incontrare la testimonianza appassionata di  Cariosa Kilcommons (direttrice dell’Arche in Savoia - Il Sicomoro). Vorrei offrirti alcuni brevi passaggi del suo racconto di vita, consapevole che non riuscirò a trasmetterti la sua passione (se non la conosci dovrai fare tu un lavoro di immaginazione): “… è il passaggio dalla paura e angoscia all’amore. Sapendo e ricordando che non c’è niente di più bello del cuore umano e non c’è niente di più fragile del cuore umano… è un camminare insieme con l’altra persona che ti mette davanti a te stessa alle tue bellezze e alle tue fragilità, allora, possiamo affermare di noi stessi: “sono piccola, è vero, ma sono bella!”… Si è pellegrini che camminano sullo stesso sentiero, con la paura e l’angoscia che abitano dentro ciascuno di noi… Lasciarci raggiungere e guarire da Gesù il guaritore ferito (che è stanco ha sete come ci racconta Gv 4). E’ sentire la chiamata ad inginocchiarci davanti alla persona, per lavarle i piedi e farla rialzare…Amare è rivelazione all’altro della sua bellezza e, così, gradualmente si passa dalla paura-angoscia all’amore; rimarremo fragili ma potremo essere portatori di vita!”
Forse ora possiamo rileggere il titolo del convegno “apriti alla Verità porterai la vita”… E sia così nelle nostre vite!
 
Chicca Sacchetti
 

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