AUSILIARIE DIOCESANE: 40 anni di «GRAZIE»

Si tratta della novità intuita nella Pasqua del 1961- era il 2 aprile - da un grande Pastore della Chiesa milanese, l’Arcivescovo Montini, e cresciuta grazie alla disponibilità e la cura di molte persone - Arcivescovi, preti e giovani donne - che si sono messi in docile ascolto dello Spirito.
Nel fare memoria dei quarant’anni, che hanno visto la crescita dell’Istituto, non possiamo che avvertire gratitudine per la singolarità del dono che il Signore ha fatto alla sua Chiesa, stupore per come lo ha custodito e accompagnato, senso di responsabilità perché affidato anche alla nostra fragilità. Desideriamo perciò che questo anniversario, simbolicamente racchiuso tra la memoria della Pasqua del 1961 e la Pasqua del 2020, sia per noi Ausiliarie anzitutto occasione per rendere grazie e per rinnovare la nostra appartenenza al Signore, che ci invia insieme ad annunciarlo Risorto in questa nostra Diocesi, in comunione con i suoi pastori e nella piena disponibilità al suo Arcivescovo. Ci piacerebbe che fosse anche occasione per una maggiore conoscenza della nostra vocazione e spunto per una riflessione condivisa che ci aiuti a crescere insieme come Chiesa diocesana. Per queste ragioni abbiamo voluto dare vita ad alcune iniziative a cui ci è gradito invitare ciascuno di voi e che trovate nel programma.
A quanti condividono o hanno condiviso con noi tratti di strada e a tutti i fratelli e sorelle di questa Chiesa diocesana chiediamo di pregare per noi.
Al Signore Risorto chiediamo la grazia di saper corrispondere al dono ricevuto e di viverlo in pienezza secondo le declinazioni che il presente invoca, perché, come dice il nostro Statuto, anche col nostro contributoquesta storia sia per tutti luogo di salvezza e di santità.
Global Strike for future

Una miscela di vivaci colori e comunicazioni - rigorosamente espresse su cartoni riciclati - hanno fatto seguito alla convincente protesta di Greta Thunberg. La sedicenne svedese che dall’estate scorsa ha dato inizio allo “sciopero della scuola per il clima”, ha raggiunto le generazioni social con la sua personalità coraggiosa e determinata.
Le denunce manifestate dalla ragazzina con le trecce alla Conferenza delle Parti di Katowice – città natale di Giovanni Paolo II - sono scomode: la crescita illimitata, privilegio dei pochi che accumulano ricchezze e vivono nel lusso, sacrifica la civiltà intera. Fu proprio in quella occasione che diede avvio al sogno di radunare la popolazione per la causa climatica asserendo ferma che “il vero potere appartiene alla gente”.
Un appello dunque che va ben oltre l’emergenza dell’“effetto serra” e che affonda le sue radici negli squilibri che contribuiscono ad allargare la distanza fra ricchi e miseri. Ella stessa ha annesso un forte richiamo alla responsabilità individuale che ha saputo intercettare la stima di molti coetanei.
Dall’interno della scuola ho colto non semplicemente adesioni alle idee di Greta, ma anche interrogativi dei più giovani su come poter mettere in atto un cambiamento dal basso.
Proprio le giovani generazioni ritengono tuttavia irrinunciabili, da parte di chi ne ha il potere, scelte ardite di cambiamento rispetto ai criteri economici, politici, comunicativi e strategici.
‘Diocesane’ nella chiesa di oggi. Secondo incontro di Desenzano

Sabato 23 febbraio eravamo tutte riunite a Desenzano sul Garda per una giornata di studio e riflessione a partire dalle esperienze della ministerialità nelle nostre Chiese locali: le Ausiliarie Diocesane da Milano; le Cooperatrici Pastorali Diocesane da Treviso; le Collaboratrici Apostoliche Diocesane da Padova e le Cooperatrici Ecclesiali Diocesane da Vicenza. In tutto un centinaio di donne - di età diverse, con altrettanti incarichi ecclesiali e storie personali - accompagnate da alcuni presbiteri, nostri assistenti ecclesiastici.
L’incontro plenario ha fatto seguito a quello dello scorso anno che aveva avviato un confronto per ricercare un comune profilo “ecclesiale” all’interno di esperienze differenti di servizio pastorale femminile nella Chiesa che ci ha generato.
Quest’anno il confronto è stato arricchito dall’intervento di don Alphonse Borras, Vicario generale della Diocesi di Liegi in Belgio e docente all’Università Cattolica di Lovanio, canonista ed esperto di teologia del diaconato e dei rapporti tra laici e ministeri ecclesiali.
Le sue riflessioni si sono mosse dalla nostra richiesta di potere riflettere su questa particolare ‘ministerialità’ femminile declinata all’interno della Chiesa locale diocesana. Borras, rileggendo e comparando i testi liturgici di consacrazione di ogni gruppo, si è espresso nei termini di una consacrazione a Dio “a un titolo nuovo”: “Le diocesane sono dedite al ministero in quanto la loro dedizione riflette la loro risposta d’amore a Dio nel servire la Chiesa e la sua missione, cioè nel loro impegno pastorale”: sono donne dedicate per tutta la vita al servizio della diocesi, nella triplice relazione alla comunità ecclesiale, ai presbiteri e al vescovo.
Attesa e responsabilità per una Chiesa più credibile e coraggiosa

Il Papa, lo scorso agosto nella Lettera al popolo di Dio, proprio sul tema degli abusi, affermava che «la dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere coscienza dell’accaduto questo da sé non basta». Francesco ha rivolto un appello accorato a ciascun battezzato per collaborare «alla trasformazione ecclesiale e sociale di cui abbiamo bisogno».
Come donne di Chiesa desideriamo collaborare in modo attivo e responsabile a questo cambiamento in atto, nutrendo una attesa e assumendoci la responsabilità che ci compete.
Jihad interiore e comandamento dell'amore: il Papa negli Emirati arabi

Con questo post condiviso su twitter papa Francesco commenta il momento storico a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi; sono parole che racchiudono il senso e la profezia di questo viaggio.
La prima visita di un pontefice negli Emirati Arabi, culla dell’Islam, che avviene 800 anni dopo l’incontro tra San Francesco e il sultano Malik al-Kamil, porta infatti con sè qualcosa di straordinario e nuovo che merita attenzione: lontano dall’essere un semplice incontro formale o di cortesia, esso è realmente animato da uno spirito innovativo e segna un importante e decisivo passo nel cammino del dialogo interreligioso e nella costruzione di nuove forme di convivenza sociale e di pace tra i popoli.
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Iniziazione cristiana e conversione pastorale


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