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60' giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: UN MERAVIGLIOSO POLIEDRO

GMPV 2023 poliedro

Per la giornata del 30 aprile, l’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni raccoglie e rilancia lo sguardo di papa Francesco contenuta nell'esortazione apostolica rivolta ai giovani dopo il Sinodo: «La pastorale giovanile non può che essere sinodale, vale a dire capace di dar forma a un ‘camminare insieme’ che implica una valorizzazione dei carismi che lo Spirito dona secondo la vocazione e il ruolo di ciascuno dei membri della Chiesa attraverso un dinamismo di corresponsabilità […]. In questo modo, imparando gli uni dagli altri, potremo riflettere meglio quel meraviglioso poliedro che dev’essere la Chiesa di Gesù Cristo. Essa può attrarre i giovani proprio perché non è un’unità monolitica, ma una rete di svariati doni che lo Spirito riversa incessantemente in essa, rendendola sempre nuova nonostante le sue miserie» (Christus Vivit 207).

In questo orizzonte vogliamo accompagnare i giovani e unirci alla preghiera di tutta la Chiesa:

Padre buono, datore della vita,
il creato, il tempo, la storia ci parlano di Te, 
del tuo amore e della tua passione per ognuno di noi. 

A Te che ci hai chiamati fin dal seno materno, 
seminando in noi desideri grandi 
di felicità e di pienezza, chiediamo: 
manda il tuo Spirito 
a illuminare gli occhi del nostro cuore 
perché possiamo riconoscere e valorizzare tutto il bene
che hai regalato alla nostra vita.  

 Fa' che ci lasciamo attraversare dalla tua luce 
perché dalla tua Chiesa si riverberino  
i colori della tua bellezza 
e ognuno di noi, 
rispondendo alla propria vocazione, 
partecipi dell’opera meravigliosa e multiforme 
che vuoi compiere nella storia. 

Te lo chiediamo in Cristo Gesù, 
tuo figlio e nostro Signore. 
Amen. 

Messaggio del Papa per la 60' giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Veglie per le vocazioni nelle zone pastorali e iniziative della pastorale giovanile diocesana

Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni

 

 

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GIORNATA VITA CONSACRATA

ee7cbb6d 6650 4880 8239 18938cde624dIl 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, la Chiesa, da 27 anni, celebra la Giornata mondiale della Vita consacrata. La Giornata sarà un'occasione di ringraziamento al Signore per il dono della vita consacrata e di preghiera per il Santo Padre Francesco che, proprio in quei giorni, si troverà nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan dove tanti consacrati e consacrate svolgono la loro missione in contesti di povertà e marginalità sociale.
In ogni parte del mondo, la vita consacrata risponde alla chiamata a portare la testimonianza del Vangelo prendendosi cura dei più fragili, di chi è vittima di ingiustizie e diseguaglianze sociali, compiendo gesti di solidarietà, impegnandosi nella costruzione di un futuro di pace e di un mondo in cui tutti possano riconoscersi fratelli e sorelle.

In occasione di questa giornata, il prefetto del Dicastero che si occupa della vita religiosa ha firmato una lettera indirizzata ai consacrati e alle consacrate di ogni ordine e grado in cui si fa riferimento anche al percorso sinodale che la Chiesa sta compiendo. 

Nel giorno di questa festa, alle ore 17,30, anche in Duomo a Milano verrà celebrata l'Eucaristia presieduta dall'Arcivescovo monsignor Mario Delpini.

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Da Paolo VI a Francesco, il primo dell’anno la prima parola è PACE

pace Cantu«Sarebbe Nostro desiderio che… ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa - all'inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo - che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire».
Con queste parole, papa Paolo VI si esprimeva nel 1968, istituendo, per il 1° gennaio di ogni anno, la Giornata Mondiale della Pace.
Erano gli anni della guerra del Vietnam e il Papa chiedeva una tregua e invitava a pregare e a riflettere su: «quanto la pace deve recare con sé: l'ordine, la serenità, la letizia, la fraternità, la libertà, la speranza, l’energia e la sicurezza del buon lavoro, il proposito di ricominciare e di progredire, il benessere sano e comune, e quella misteriosa capacità di godere la vita scoprendone i rapporti con il suo intimo principio e con il suo fine supremo: il Dio della pace».
Il tempo trascorso da allora ha visto tanti nuovi sfondi sulla scena mondiale e, se per certi versi, il progresso si è rivelato una benedizione, per altri ha portato con sé nuova, incalcolabile distruzione.
La congiuntura storica che adesso stiamo attraversando, tra l’altro, ha trovato tutti impreparati con il ritorno della pandemia e della guerra nella vecchia Europa.
Papa Francesco parte dall’osservazione di questo scenario per parlare oggi di pace e per ribadire che solo un «“noi” aperto alla fraternità universale può dare una risposta efficace per superare le crisi personali, sociali e mondiali».
Il tema della fraternità percorre tutto il magistero del Papa attuale e risulta strettamente collegato agli argomenti relativi all’accoglienza, alla conversione ecologica, alla cura e all’incontro fra le generazioni.

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CARLO MARIA MARTINI E GLI ANNI DI PIOMBO

 

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