VORREI RISORGERE DALLE MIE FERITE/1
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Intervista ad Anna Deodato
Tratto da: Adista Notizie n° 6 del 16/02/2019
Leggi le "Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili", 24.06.2019
Sta cadendo, forse, l'ultimo tabù. A distanza di 17 anni dalla pubblicazione dell'inchiesta sulla pedofilia nella Chiesa del Boston Globe, che segnò l'esplosione della grande crisi tuttora in corso, sembra che lentamente si stia dissipando la nebbia intorno a un altro versante, ancora più nascosto e oscuro, della stessa piaga: l'abuso sessuale sulle religiose (v. Adista Notizie n. 4/19). Ne ha anche parlato papa Francesco durante il viaggio di ritorno dalla visita negli Emirati Arabi, il 5 febbraio, in riferimento a un articolo pubblicato nell'inserto mensile "Donna Chiesa, Mondo" dell'Osservatore Romano (2/2): «Il problema esiste nella Chiesa», ha detto, menzionando sacerdoti e vescovi che hanno abusato, «Io credo che si faccia ancora, ma ci stiamo lavorando». Caso dopo caso, le istituzioni ecclesiali da tempo hanno cominciato a farsi carico del problema, sepolto da un muro di omertà difficile da scalfire anche per via del rapporto gerarchico che spesso lega vittima e predatore: un rapporto segnato da abusi di potere prima che psicologici e sessuali, in cui la vittima è spesso cercata e individuata tra donne vulnerabili, fragili e inconsapevoli.
COME SE VEDESSERO L'INVISIBILE: 56° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
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Ci uniamo alla preghiera della Chiesa per le vocazioni, condividendo con voi le parole nella Direttrice del Centro Diocesano Vocazioni e dei luoghi di preghiera in alcuni luoghi della Diocesi: parrocchie e realtà di vita consacrata presenti sul territorio.
Global Strike for future
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Una miscela di vivaci colori e comunicazioni - rigorosamente espresse su cartoni riciclati - hanno fatto seguito alla convincente protesta di Greta Thunberg. La sedicenne svedese che dall’estate scorsa ha dato inizio allo “sciopero della scuola per il clima”, ha raggiunto le generazioni social con la sua personalità coraggiosa e determinata.
Le denunce manifestate dalla ragazzina con le trecce alla Conferenza delle Parti di Katowice – città natale di Giovanni Paolo II - sono scomode: la crescita illimitata, privilegio dei pochi che accumulano ricchezze e vivono nel lusso, sacrifica la civiltà intera. Fu proprio in quella occasione che diede avvio al sogno di radunare la popolazione per la causa climatica asserendo ferma che “il vero potere appartiene alla gente”.
Un appello dunque che va ben oltre l’emergenza dell’“effetto serra” e che affonda le sue radici negli squilibri che contribuiscono ad allargare la distanza fra ricchi e miseri. Ella stessa ha annesso un forte richiamo alla responsabilità individuale che ha saputo intercettare la stima di molti coetanei.
Dall’interno della scuola ho colto non semplicemente adesioni alle idee di Greta, ma anche interrogativi dei più giovani su come poter mettere in atto un cambiamento dal basso.
Proprio le giovani generazioni ritengono tuttavia irrinunciabili, da parte di chi ne ha il potere, scelte ardite di cambiamento rispetto ai criteri economici, politici, comunicativi e strategici.
Attesa e responsabilità per una Chiesa più credibile e coraggiosa
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Il Papa, lo scorso agosto nella Lettera al popolo di Dio, proprio sul tema degli abusi, affermava che «la dimensione e la grandezza degli avvenimenti esige di farsi carico di questo fatto in maniera globale e comunitaria. Benché sia importante e necessario in ogni cammino di conversione prendere coscienza dell’accaduto questo da sé non basta». Francesco ha rivolto un appello accorato a ciascun battezzato per collaborare «alla trasformazione ecclesiale e sociale di cui abbiamo bisogno».
Come donne di Chiesa desideriamo collaborare in modo attivo e responsabile a questo cambiamento in atto, nutrendo una attesa e assumendoci la responsabilità che ci compete.
Jihad interiore e comandamento dell'amore: il Papa negli Emirati arabi
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Con questo post condiviso su twitter papa Francesco commenta il momento storico a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi; sono parole che racchiudono il senso e la profezia di questo viaggio.
La prima visita di un pontefice negli Emirati Arabi, culla dell’Islam, che avviene 800 anni dopo l’incontro tra San Francesco e il sultano Malik al-Kamil, porta infatti con sè qualcosa di straordinario e nuovo che merita attenzione: lontano dall’essere un semplice incontro formale o di cortesia, esso è realmente animato da uno spirito innovativo e segna un importante e decisivo passo nel cammino del dialogo interreligioso e nella costruzione di nuove forme di convivenza sociale e di pace tra i popoli.
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