UN LIBRO IN VALIGIA/1: Venite a mangiare con me
Ho avuto l'occasione di ascoltare uno dei due autori (Dotti) in una serata quaresimale. Il tema del libro ha suscitato subito il mio interesse dato che è un filo conduttore che spesso utilizzo nella catechesi soprattutto quando mi rivolgo ai genitori dei bambini dell'iniziazione cristiana. Nel vangelo spesso si parla di cibo e banchetti non solo quando Gesù è il protagonista ma anche nelle parabole (es. Lazzaro e il ricco epulone) o in altri contesti (es. Erode che festeggia il suo compleanno). Un tema quotidiano che dice relazione, lavoro, accoglienza, prendersi cura di... Ma anche fatica, compromessi, litigi....
Sante subito! Metti un dado in piazza a San Fedele...
La "novità" di UN'ESPERIENZA ESTIVA
ANNIVERSARI:Come Israele a Sichem
Mi accade da qualche tempo: quando alla sera rivedo la mia giornata sono sopraffatta da un sentimento. Mi sento come il popolo di Israele, radunato a Sichem da Giosuè, giunto ormai alla fine della vita, e da lui accompagnato non solo a conquistare la terra promessa, ma anche a rileggere il cammino fatto e a scoprire in esso la presenza costante amorevole del Signore. Riascolto quelle fatidiche parole (che traduco letteralmente) con cui termina l’anamnesi: «Vi diedi una terra per la quale non avete faticato, e città che non avete costruito: voi state abitando in esse! E vigne e oliveti che non avete piantato: voi state mangiando!» (Giosuè 24,13). Io sto mangiando! C’è un’enorme sproporzione tra la fatica della giornata e il frutto; c’è un’enorme sproporzione tra ciò che si lascia e ciò che si trova.
ANNIVERSARI: Al pozzo di Sicar
Testimonianza di Daniela Mapelli, nel 25' anniversario di consacrazione
Abito in Samaria, la regione di mezzo tra la Galilea degli inizi e la Giudea del compimento di ogni vocazione ed è proprio il mezzogiorno l’ora della vita che sto attraversando.Dopo venticinque anni di consacrazione, mi ritrovo nello spazio e nel tempo della pagina del quarto capitolo di Giovanni (Gv 4, 5-6) e, presa dentro la narrazione, lascio che sia Gesù affaticato dal viaggio a rispondere alla sete di vita dei miei giorni. Anch’io sono affaticata da un ridondante senso di vuoto e di inutilità, dalle delusioni che io porto a me stessa, dalle attese di buoni risultati pastorali che arrivano sempre meno e, forse per questo, non mi è difficile entrare in confidenza con Gesù affaticato dal viaggio. Mentre a Lui racconto di me, in modo del tutto inaspettato, nel suo e nel mio affaticamento intravvedo l’inizio di una vitalità nuova: i sogni prendono forma concreta, l’ideale diventa realtà, il momentaneo grido di entusiasmo diventa un sussurro di gioia duratura e un senso profondo di gratitudine si impone sull’insoddisfazione.
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