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Al servizio dei bisogni pastorali della Diocesi di Milano

 

La nostra Diocesi, nei suoi diversi luoghi, nella sua struttura organizzativa e attraverso varie modalità, si rivolge a tutte le persone, lontane e vicine. Così noi, che partecipiamo con la modalità della vita consacrata alla missione pastorale del Vescovo, facciamo nostra la storia di alcune realtà ecclesiali, che vanno dalla parrocchia, alla comunità pastorale, fino a servizi diocesani, o di settore... 

"Nella vocazione ciò che è personalmente
femminile raggiunge una nuova misura"
e diventa sorgente di un nuovo modo, totale e indiviso,
di vivere il dono di sé. 
                       (Mulieris Dignitatem 16 - Statuto 12)
 
 
 
 
 
Ci troverai in diversi luoghi: Abbiate Guazzone, Baranzate, Canonica d'Adda, Cassina Nuova (Bollate), Cesano Maderno, Corsico, Desio, Lonate Ceppino, Milano, Monza, Opera, Pontirolo Nuovo, Rho-Terrazzano, Rozzano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Pioltello, Sesto San Giovanni, Sesto Ulteriano, Seveso, Seregno, Solaro, Tradate, Varedo, Verano Brianza, Vizzolo Predabissi.

 

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Intervista ad Albina

festa albina 027Albina, dove è nata la tua vocazione?

In famiglia: lì ho ricevuto tutto quello che mi è servito per scoprirla. Inizio a raccontarvi la mia storia dall’adolescenza. Una vita divisa tra la famiglia (con mamma, papà, un fratello maggiore e una zia), la scuola - per diventare educatrice nella scuola dell’infanzia - e la parrocchia, o meglio l’oratorio, quello di S. Andrea a Porta Romana (Milano). Terminati gli studi magistrali nel luglio 1968, con l’inizio dell’anno scolastico ho iniziato il servizio con i piccoli della materna, ma ho anche incominciato ad avere a che fare con i ragazzini della catechesi che il parroco mi aveva affidato.

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Intervista a Barbara

Barbara, come nasce la chiamata a essere Ausiliaria Diocesana?

 La mia vocazione di Ausiliaria Diocesana nasce in questa Chiesa ambrosiana, o meglio, ai suoi confini: sono originaria di Induno Olona (Varese).

Senza temere limiti e distanze, la parrocchia in cui sono cresciuta ha sempre avuto lo sguardo rivolto verso Milano e il suo Vescovo, perciò ho respirato da subito un'aria di Chiesa più ampia.

Dopo le scuole superiori ho sentito necessario decidere della mia vita, secondo quanto già il Signore mi aveva dato di intuire. Ho dato fiducia a quel "sentire" del cuore che mi spingeva verso una vita consacrata che fosse caratterizzata da una forte condivisione della vita ordinaria della gente: fede, lavoro, casa, vestiti, abitudini...

In quegli anni non conoscevo le Ausiliarie Diocesane, ma il Signore mi chiamava a condividerne la vocazione.

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