Letture estive: Aveva ancora uno, il figlio amato
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La parabola dei vignaioli è presente in tutti e tre i vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca). Poiché nella lettura delle parabole è sempre importante comprendere il processo dialogico in cui sono inserite, per poterne cogliere la dinamica comunicativa, focalizziamo l’attenzione sulla lezione del vangelo di Marco, per meglio coglierne il contesto narrativo e le peculiarità.
La parabola è raccontata da Gesù nei giorni precedenti la Passione, il terzo giorno del suo ministero a Gerusalemme, al Tempio, durante una disputa con sommi sacerdoti, scribi e anziani sull’autorità: «Con quale autorità fai queste cose?» (11,28), chiedono; in un certo senso la parabola risponde alla loro domanda, invitando a trarne le conseguenze.
Letture estive: L’insopportabile bontà
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Non sono i tempi di crisi e le battaglie dei lavoratori per i loro diritti a rendere difficile la lettura di questa pagina di Matteo, ma è la parabola in sé ad essere disorientante, perché tocca profondamente i nostri modi di pensare e di valutare la realtà. Questa destabilizzazione, però è necessaria, per riuscire ad oltrepassare le barriere delle nostre difese.
Uno sguardo al contesto aiuta a capire a chi è rivolta la parabola e dà luce alle argomentazioni. Un legame con quanto è raccontato precedentemente è dato chiaramente dall’inclusione tra il v. 19,30 («Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi») e il v. 20,16 («Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi»). Gesù si sta rivolgendo ai suoi discepoli che, in seguito alla vicenda del giovane ricco(Mt 19,16-22), si interrogano sulla ricompensa di chi ha lasciato tutto per seguire Gesù. È evidente che tra il lasciaree l’ereditare, in futuro, vi è un nesso, ma è pur vero che, a fronte di una rinuncia attuale, il possesso futuro è eventuale e appeso a una promessa che inverte gli schemi di ragionamento.
La parabola si inserisce proprio a questo punto.
Letture Estive: L’affare della vita
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Come un tesoro… una perla… Doveva essere un grande narratore Gesù, e anche un grande educatore, capace di far emergere le domande profonde mentre indica il cammino. E così quel giorno in cui i suoi discepoli gli chiesero di spiegare la parabola della zizzania, in casa, in una riunione ristretta, egli li mise a parte dei segreti e delle confidenze più intime, sulla sua comprensione di sé, sulla sua concezione di Dio, sulla sua missione, sul Regno, sul suo avvicinarsi all’uomo, sul suo «essere qui». E a chi chiedeva spiegazione di una parabola, Gesù ha raccontato ancora parabole...
Entriamo in casa, dunque, coi discepoli, ad ascoltare Gesù che racconta.
44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. (Mt 13,44-46)
Le due parabole sono quasi sovrapposte e accomunate da alcune azioni: trovare, andare, vendere, comperare: azioni comuni, di cui sono fatti anche i nostri giorni.
Letture Estive: Perché non rileggere qualche parabola?
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Gesù ha raccontato parabole non solo perché, come tutti gli uomini geniali, amava i paragoni, e neppure perché da buon maestro voleva che il suo messaggio fosse chiaro e accessibile. Ha parlato in parabole perché a proposito di Dio e del suo mistero non è possibile diversamente. Dio è al di sopra dei nostri pensieri e delle nostre parole.
Le parabole, che sono come un vangelo nel vangelo, forse meglio di altre pagine riescono a metterci in contatto con Gesù di Nazaret, conla sua personalità, il suo modo di parlare, i suoi pensieri, la sua concezione di Dio, di se stesso e dell’uomo. Con il loro linguaggio aperto e sempre inadeguato rispetto alla verità che comunicano, esse costringono a pensare e esercitano in ogni epoca il loro fascino perché mantengono, anche per il lettore moderno, la loro capacità di interrogare e stupire.
Perchè non approfittare dell'estate per rileggere qualche parabola?
1) 22 luglio: L’affare della vita. Le parabole del tesoro e della perla (Mt 13, 44-46)
2) 29 luglio: L’insopportabile bontà. Gli operai nella vigna (Mt 20,1-16)»
3) 5 agosto: “Aveva ancora uno, il figlio amato”. La parabola dei vignaioli (Mc 12, 1-12)
Sara. "La benedirò e diventerà nazioni" - recensione di don Matteo Crimella
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«Chi non conosce Abramo?» (5). Con questa domanda si apre il nuovo, bellissimo libro di Laura Invernizzi, appartenente all’Istituto delle Ausiliarie Diocesane di Milano, docente di esegesi dell’Antico Testamento presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e professoressa di introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Alla domanda, tuttavia, si affianca immediatamente una constatazione: «Forse non sempre, però, si ricorda che una donna cammina accanto ad Abramo e che se Abramo è chiamato a diventare “padre di una moltitudine” (Genesi 17,5), di lei, di Sara, si dice che “diventerà nazioni” e che “re di popoli nasceranno da lei” (Genesi 17,16)» (5). Laura Invernizzi prende il suo lettore per mano, facendogli gustare il racconto biblico così come si presenta e mostrando, passo dopo passo, quale figura di Sara emerga. Il volume può essere gustato autonomamente, ma diventa ancora più prezioso se lo si pone accanto al testo biblico, letto e riletto, così da assaporare la bellezza e la profondità della narrazione di Genesi.
Cerchiamo anzitutto di ripercorrerlo, dando spesso voce all’autrice.
La vicenda di Sara inizia prima che il Signore chiami Abram, nel momento in cui questa donna diventa la sposa del grande patriarca. Afferma Genesi: «E Sarài divenne sterile e non aveva figli» (11,30). Come giustamente nota l’autrice, la Bibbia non dice che “Sarài era sterile” ma che ella «divenne sterile». La donna cioè, non era sterile da sempre, ma lo divenne in conseguenza al matrimonio con Abram, al suo «essere presa» (Gen 11,29) da parte di Abram.
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La Bibbia delle donne
Nel contenitore pomeridiano di TV2000 è stato di recente inserita nello spazio religioso del mercoledì (14.35-15.00) una rubrica intitolata: «La Bibbia delle donne». Si sarebbe anche potuta intitolare «Le donne della Bibbia» ha detto la conduttrice durante la prima puntata. In ogni puntata, infatti, viene presentata una figura femminile, attingendo tanto dall'Antico quanto dal Nuovo Testamento. Alla lettura di alcuni testi affidata alla voce di un'attrice, viene alternato il commento di una biblista o di una teologa, per un dialogo serrato, di voci tutte femminili, attorno ad una Parola che sprigiona la sua ricchezza.
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