Martedì 29 aprile 2014
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Martedì 29 aprile 2014
Silvana Robecchi
ci ha preceduto nell’incontro con il Signore, Sposo amatissimo.
Nella tristezza del distacco e nella fede nella Risurrezione,
chiediamo di unirvi alla nostra preghiera di suffragio per lei.
I funerali si svolgeranno presso la Basilica San Martino e Santa Maria Assunta di Treviglio
venerdì 2 maggio alle 15.30.
La celebrazione sarà preceduta dal Rosario alle ore 15.00.
Ai sacerdoti concelebranti è chiesto di portare camice e stola bianca.
Per desiderio di Silvana, siamo invitati a compiere un gesto di carità per le donne abbandonate dello Zambia, devolvendo le offerte all'Associazione Amici Monsignor Emilio Patriarca Onlus.
Gaudet Mater Ecclesia!
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Sarà una festa! La festa della santità per questi due figli della Chiesa che l’hanno servita, l’hanno amata, hanno sofferto per Lei al fine di edificare il Regno di Dio.
Se fossi capace, vorrei quasi comporre un grande inno di lode, che intrecci il Te Deum ed il Magnificat per ringraziare l’opera dello Spirito Santo in questi due uomini, ed ammirarli per la libertà di cuore e di tutta la vita per cui hanno lasciato operare in loro l’azione di Dio!
Rinnoviamo tutto il nostro desiderio
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Alla Pasqua sono legate tutte le tappe importanti della nostra storia: la prima intuizione e l’approvazione degli statuti. Così nel vespro del giorno di Pasqua, nella memoria grata della vocazione ricevuta, le Ausiliarie consacrate per sempre, davanti a tutta la comunità radunata in preghiera, hanno rinnovato il proprio desiderio e la propria volontà di amare e seguire il Signore, casto, povero e obbediente, e l’offerta della propria vita a servizio della Chiesa ambrosiana.
I quattro vangeli sono concordi nel raccontare che il primo giorno dopo il sabato delle donne si sono recate al sepolcro di Gesù, per «vedere il sepolcro» (Mt 28,1), «per ungere Gesù» (Mc 16,1), portando «gli aromi che avevano preparato» (Lc 24,1), o per motivi non espressi (Gv 20,1). Quello che è certo è che donne sole, senza compagnia maschile, ricevettero quel mattino il compito di annunciare la buona notizia della risurrezione, che – per le Ausiliarie – è grazia, vocazione e identità profonda.
Cenere in testa e acqua sui piedi
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Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti, si snoda la strada della quaresima. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa.
Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.
A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno da mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. Pentimento e servizio.
Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all'acqua, più che alle parole.
Non c'è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un "linguaggio a lunga conservazione".
È difficile, per esempio, sottrarsi all'urto di quella cenere. Benchè leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un'autentica martellata quel richiamo all'unica cosa che conta: "Convertiti e credi al Vangelo".
Così pure rimane indelebile per sempre quel tintinnare dell'acqua nel catino.
Una predica, quella del giovedì santo, costruita con dodici identiche frasi: ma senza monotonia. Ricca di tenerezze, benchè articolata su un prevedibile copione. Priva di retorica, pur nel ripetersi di passaggi scontati: l'offertorio di un piede, il lavarsi di una brocca, il frullare di un asciugatoio, il sigillo di un bacio.
Una predica strana. Perché a pronunciarla senza parole, genuflesso davanti a dodici simboli della povertà umana, è un uomo che la mente ricorda in ginocchio solo davanti alle ostie consacrate.
Miraggio o dissolvenza? Abbaglio provocato dal sonno, o simbolo per chi veglia nell'attesa di Cristo? "Una tantum" per la sera dei paradossi, o prontuario plastico per le nostre scelte quotidiane?
Potenza evocatrice dei segni!
Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua.
Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa.
Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi.
Don Tonino Bello
Una Quaresima digitale
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La rete, che ci tiene sempre connessi e presenti gli uni agli altri, può favorire l'esperienza di deserto, di solitudine e di silenzio propri della Quaresima?
E' la domanda che si sono fatti in una parrocchia della Comunità pastorale di Desio, interrogandosi sull'enorme possibilità di raggiungere le persone attraverso una delle più note applicazioni di messaggistica per smartphones.
E' la sfida che uno dei parroci -don Adelio- e la nostra consorella Barbara hanno lanciato domenica scorsa alle Messe, dopo l'edizione della Novena 2013, in cui hanno spedito semplici messaggi quotidiani che aiutassero la riflessione e la preghiera e tenessero alta l'attenzione sul mistero che ci si apprestava a celebrare.
In una sola giornata hanno risposto 150 persone. Da quando sono state suddivise nei "gruppi", si sono mandate messaggi che dicevano curiosità e attesa ma anche desiderio di preparazione al tempo forte che inizia.
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