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ATtratti DALLA SALVEZZA: la Risurrezione

Piero della Francesca Resurrezione 1450 63. Museo Civico di Sansepolcro 1Pregando i Vangeli della risurrezione mi compare davanti agli occhi la bellissima pittura murale: “La resurrezione” di Piero della Francesca eseguita tra il 1450 e il 1463 e conservata nel Museo Civico di Sansepolcro, sua città natale.

In questa immagine si vede il piede di Gesù che schiaccia con forza la tomba, che per tre giorni l’ha tenuto prigioniero, come un cacciatore blocca la sua preda in segno di conquista, in mano tiene con decisione la bandiera della vittoria, costata sangue, come ci ricorda la ferita ancora aperta e sanguinante del costato e i segni evidenti della crocifissione, gli occhi aperti e fissi sembrano volerci dire che questo dono è proprio per noi e il suo sguardo serio che la resurrezione è un evento straordinario che coinvolge l’intero cosmo.

Gli alberi sullo sfondo sono il segno che Gesù è il Signore della vita e che con Lui l’esistenza diventa piena, significativa e bella in quanto porta frutto.
Tutto questo, non è una bella storia del passato, infatti questa strana tomba a forma di altare ci ricorda che ancora oggi in ogni celebrazione Eucaristica, Gesù muore e risorge per dirci che ha sconfitto la morte e per donarci la vita per sempre; infatti, il male non è l’ultima parola della vita, i soldati che dovevano vegliare dormono (che contrasto tra i loro occhi chiusi e quelli di Gesù sbarrati) mentre Gesù è vivo e vittorioso.

Signore Gesù, aiutami a non dare per scontato la tua resurrezione,
donami la grazia di sapermi ancora stupire di fronte a questo mistero,
donami la capacità di risorgere anch’io dalle mie ferite
e di non dimenticare che Tu Risorto sei il Crocifisso che ha sofferto.

Maria Chiara Goglio

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ATtratti DALLA SALVEZZA: la donna del profumo

001 023 1999 Redemptoris Mater Roma Italia Parete Incarnazione Lato sinistro mensaSLa liturgia della Domenica delle Palme ci propone il racconto dell’unzione di Betania (Gv 11,55-12,11). L’evangelista Giovanni sottolinea fortemente il contesto pasquale di questo episodio: «Era vicina la Pasqua dei Giudei» (11,55), «Sei giorni prima della Pasqua…» (12,1). Su questo sfondo, a Betania (“casa del povero”), si colloca il gesto profetico di Maria, sorella di Lazzaro. La troviamo ancora una volta nella sua posizione preferita: silenziosa, ai piedi di Gesù.
Così la ritrae anche Padre Ivan Rupnik nella splendida Cappella Redemptoris Mater (prima opera musiva di questo autore), collocata all’interno del Palazzo Apostolico in Vaticano.
La donna avvolge con gesto delicato il piede di Gesù con i suoi capelli, asciugandolo dall’eccesso di profumo e forse dalle sue lacrime, anche quelle profezia di un distacco imminente; accanto a lei il vasetto vuoto e spezzato che conteneva il nardo (cfr. Mc 14,3b). Al tavolo due discepoli: uno stringe a sé un sacchetto di monete (l’interessato Giuda che teneva la cassa, ci informa Giovanni), l’altro con una mano si batte il petto e con l’altro braccio si protende verso Gesù: è detta così la lotta continua tra rifiuto e accoglienza del vangelo, tra chi pensa di guadagnare il mondo intero, e chi perde la propria vita per Gesù e per il Vangelo, ma in realtà la riceve in dono.

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ATtratti DALLA SALVEZZA: Lazzaro

Giotto di Bondone No. 25 Scenes from the Life of Christ 9. Raising of Lazarus WGA09204Le domande nascono, incalzanti, l’una dopo l’altra: “Signore, perché non ascolti il lamento di chi ti ama, di chi soffre e chiede aiuto? Perché non agisci subito, secondo le necessità di chi ti supplica? La morte è l'ultima parola o è l'ultima speranza? O forse siamo noi che non capiamo l'amore del Padre? 
Questi e altri interrogativi riempiono il cuore davanti a Gesù che, alla notizia della malattia dell’amico Lazzaro, non si precipita da lui ma si ferma per due giorni e lo lascia morire.
Tra un pensiero e l’altro, mi appare l’immagine di un affresco di Giotto che si trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova, datato 1303-1305: un’opera dai colori vivaci, delicata e commovente che esprime tutta la drammaticità di questo brano evangelico. Gesù, altero e bellissimo, emerge dal gruppo degli altri personaggi, regale nel portamento e nel gesto, come Colui di cui sarà scritto: "questi è il Re dei Giudei”.

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ATtratti DALLA SALVEZZA: Quaresima 2022

Post di Instagram ATtratti DALLA SALVEZZA 5Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me (Gv 12,32). La salvezza è per noi vocazione e desiderio che attira la nostra vita verso il Cielo. 
In questa Quaresima vorremmo scorgerne i tratti attraverso la contemplazione che ne hanno fatto pittori e scultori. Una contemplazione divenuta opera d’arte, testimonianza offerta a tutti, Parola visibile, fede narrata. La loro testimonianza sollecita anche la nostra esperienza spirituale. 
Dalla Parola all'immagine e viceversa, nella contemplazione della salvezza, attirati dalla sua forza, desiderosi di parteciparvi. 
A partire dal 4 marzo, ogni venerdì sarà disponibile un articolo sul Vangelo della domenica: 
 I di Quaresima: le tentazioni
II di Quaresima: la Samaritana
III di Quaresima: Abramo
IV di Quaresima: il cieco nato
V di Quaresima: Lazzaro
VI di Quaresima: l'unzione di Betania
Come dice la Liturgia nell’introduzione alle letture della Veglia pasquale, disponiamo il nostro cuore ad ascoltare la parola di Dio. Meditiamo come, nell’antica alleanza, Dio ha salvato il suo popolo e come, nella pienezza dei tempi, ha inviato il suo Figlio per la nostra redenzione. Preghiamo perché il nostro Dio conduca a compimento l’opera di salvezza incominciata con la Pasqua. 
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ATtratti dalla salvezza: il cieco nato

il taglioAscoltando il Vangelo la mia mente mi propone l’immagine di un’opera d’arte: "Il taglio" di Lucio Fontana. Un taglio offre la possibilità di andare oltre la tela, apre lo sguardo ad un oltre. Non è il vuoto, il rotto, il rovinato, ma il luogo della prospettiva nuova. 
Gesù dona la vista a un cieco nato e invita anche la nostra preghiera ad aprirsi ad una nuova prospettiva. La luce va oltre la tela del quadro. La luce raggiunge la vista d’un cieco nato. La luce interpella il dialogo di diversi personaggio che in modo ottuso, oppure solo impaurito -come accede ai genitori del cieco- la affrontano come un nemico. 
Sono stati proprio i suoi discepoli, all’inizio del fatto, ad interpellare Gesù sul ruolo dei genitori. Si associa il non-vedere all’ottusità, conseguenza del peccato, e si interpella Gesù sulla trasmissibilità di questo stato tra generazioni, su come si insinui in una cultura e appartenga a una dinastia. 

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