2.Accanto alle famiglie: CON L'EQUIPE NOTRE-DAME
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“Camminare insieme” mi sembra lo slogan più semplice e più adatto a descrivere sinteticamente e in modo pregnante la mia esperienza con l’Equipe Notre-Dame.
Si tratta di un Movimento per la coppia e di coppie che cammina approfondendo la spiritualità coniugale, seguendo un suo metodo abbastanza articolato, ma che lascia il giusto spazio all’iniziativa e ai bisogni o desideri delle coppie che vi appartengono. A questo metodo spesso si ispirano, pur con le dovute differenze, anche alcuni gruppi familiari parrocchiali.
All’interno di ogni Equipe è presente un Consigliere spirituale: di solito un prete/religioso, ma da qualche tempo anche alcune religiose/consacrate.
1. Accanto alle famiglie: NELLA VALLE DI ACOR
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“Tu sei prezioso ai miei occhi”: è questo l’annuncio e l’orizzonte valoriale dentro il quale si inserisce la proposta dei Gruppi Accoglienza che nella pastorale per i fedeli separati, divorziati e risposati (Acor) sta affiancando gli spazi di incontro nella fede, presenti in Diocesi da oltre un decennio. Hanno contribuito alla progettazione e alla nascita di questo nuovo cammino, operatori pastorali che in prima persona hanno vissuto la separazione e che con spirito di servizio sono oggi segno gioioso e vivace della Chiesa diocesana. Non mancano coinvolgimenti di credenti separati nei corsi di preparazione al matrimonio, nelle équipes di pastorale familiare o nei laboratori formativi di impronta vescovile (“L’accompagnare” Amoris Laetitia cap. VIII), segno che tutti siamo annunciatori della notizia buona del Vangelo. In questi anni si è percorso un importante tratto di strada.
Proposta di riflessione: CUORE A CUORE CON GIUSEPPE
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Proponiamo alcune riflessioni che ci hanno accompagnato lungo il mese di luglio 2021 a partire dalla lettera del Papa Patris corde, pubblicata per i 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe come Patrono della Chiesa:
1: San Giuseppe, l'uomo dal coraggio creativo
2: San Giuseppe, l’uomo del dono totale di sé
3: San Giuseppe, l’uomo riconciliato con la sua debolezza
4: San Giuseppe, modello di vita secondo lo Spirito
5: San Giuseppe, modello di genitorialità
5. SAN GIUSEPPE: modello di genitorialità
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Essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà. Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze. Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di “castissimo”. Non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso. La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. Solo quando un amore è casto, è veramente amore. L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici. Dio stesso ha amato l’uomo con amore casto, lasciandolo libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui. La logica dell’amore è sempre una logica di libertà, e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera…. La paternità che rinuncia alla tentazione di vivere la vita dei figli spalanca sempre spazi all’inedito. Ogni figlio porta sempre con sé un mistero, un inedito che può essere rivelato solo con l’aiuto di un padre che rispetta la sua libertà.
4. SAN GIUSEPPE: modello di vita secondo lo Spirito
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«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo» (Mt 2,13).
E’ l’ordine che il Signore rivolge a Giuseppe tramite il suo angelo quando, per la seconda volta, lo visita in sogno. Quello che più colpisce e interroga è la prontezza e la docilità con la quale Giuseppe obbedisce: senza esitazione, senza farsi domande sulle difficoltà cui sarebbe andato incontro: «Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode» (Mt 2,14-15).
Non è facile comprendere cosa ci sia stato nella mente e nel cuore di Giuseppe al suo risveglio…Immagino un conflitto di pensieri e stati d’animo diversi ad un certo punto illuminati da un unico grande desiderio: lasciarsi docilmente guidare da Dio e dal suo Spirito, da quel Dio di cui Giuseppe aveva imparato a fidarsi e della cui bontà, fedeltà e compagnia aveva fatto già esperienza quando, fortemente angustiato davanti all’incomprensibile gravidanza di Maria, per la prima volta gli aveva rivelato la sua volontà attraverso un sogno.
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