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L'ECO DELLA GIOIA - Gesù ci tiene per mano

2) Quali parole del Papa, durante la veglia, la Messa e gli altri momenti di Lisbona ti hanno "colpito e affondato"?
Mi ha colpito innanzitutto il silenzio durante la Veglia che si è creato nel momento dell' esposizione dell'Eucarestia: incredibile come così tante persone siano rimaste in silenzio e in preghiera davanti a un mistero che è più grande di noi e che forse nessuno di noi comprende fino in fondo. È stata una preghiera  che ci ha unito profondamente e ci ha fatto sentire che possiamo costruire la pace. 
Nel discorso del Papa mi ha colpito quante volte sia risuonata la parola "gioia" e come lui abbia più e più volte messo l’accento sulla necessità di ricercare questa gioia nel dialogo e nell’incontro con gli altri, perché la gioia è un sentimento più grande e più profondo della felicità e dunque non possiamo interamente trovarla dentro di noi, ma abbiamo bisogno di ricercarla durante il nostro cammino di vita. Questo pensiero si ricollega anche al passaggio che più mi ha colpito durante la messa: il terzo invito del papa a non temere. Tante volte la nostra strada si incontra e si interseca con quella di altre persone, che percorrono un tratto più o meno lungo di vita insieme a noi: tante volte, questi incontri ci segnano, ci cambiano, ci interrogano, ci sorprendono; a volte capita anche che questi incontri facciano nascere in noi un senso di sconforto o di scoraggiamento. Il papa ci ha invitato a non temere, a non avere paura, a non scoraggiarci di fronte ai problemi e alle sfide della vita: dobbiamo coltivare i nostri sogni, credere in noi stessi, nelle nostre capacità e nelle nostre potenzialità. Non dobbiamo avere paura di non essere abbastanza, di non essere perfetti, di non essere i migliori. Non dobbiamo scoraggiarci quando la vita sembra andare per il verso sbagliato, quando ci sentiamo inadeguati, quando veniamo sopraffatti dagli eventi. Nelle difficoltà, così come nei momenti di gioia, Gesù ci tiene per mano, Gesù non ci lascia mai soli!

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L'ECO DELLA GIOIA - Riscoprire profondamente l'essenziale

1) Quando “andare di fretta” ti porta nella direzione della vita? Su quali aspetti della vita vorresti invece rallentare il passo e fermarti? 
La GMG ci ha permesso di riuscire a superare le difficoltà velocemente, invece soli nella quotidianità non abbiamo la stessa reazione e la medesima tenacia.

2) Quali parole del Papa, durante la veglia e la messa e negli altri momenti di Lisbona, ti hanno "colpito e affondato"?
Le parole del Papa, pronunciate in questi giorni, che più di altre ci hanno "colpito e affondato" sono: "Guardare gli altri dall'alto in basso ma solo per rialzarli" e "Brillare, ascoltare, non temere".

3) Qual è il tesoro che hai trovato nella GMG e che vorresti condividere con altri giovani che non vi hanno partecipato?
Il tesoro che abbiamo trovato e che vogliamo condividere con i giovani che non hanno partecipato alla GMG è la bellezza dell'unione dei popoli per lo stesso scopo, che ci aiuta a riconoscere il diverso e a riscoprire profondamente l'essenziale

I giovani  della Parrocchia del Buon Rimedio, Scampia - Napoli

 

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L'ECO DELLA GIOIA - Cristiani in tutto il mondo

1) Quando “andare di fretta” ti porta nella direzione della vita? Su quali aspetti della vita vorresti invece rallentare il passo e fermarti? 
Andare di fretta mi dà una direzione nella vita se agisco seguendo una passione. Vorrei avere più tempo per coltivare le amicizie, da passare con la famiglia, soprattutto ritengo fondamentale trovare il tempo di riflettere.

 2) Quali parole del Papa, durante la veglia e la messa e negli altri momenti di Lisbona, ti hanno "colpito e affondato"?

"Questo Dio ha fatto brillare i nostri occhi, Cristo illumina il nostro sguardo, sempre possiamo andare con la luce del Signore". Dio è luce e attraverso la sua luce brilliamo.
 
3) Qual è il tesoro che hai trovato nella GMG e che vorresti condividere con altri giovani che non vi hanno partecipato?
La bellezza del vedere che non siamo soli. Ci sono cristiani in tutto il mondo e c'è chi, per professare la sua fede, affronta la paura. 
Chiara Cattaneo (17 anni)
Decanato di Seregno
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LE AUSILIARIE A BARANZATE S.ARIALDO: il saluto e il grazie per i 41 anni di presenza

IMG 20221002 WA0020Domenica 2 ottobre, Baranzate-Sant’Arialdo, nel contesto della Festa dell’Oratorio, ha dedicato un saluto e un grazie al nostro Istituto che per 41 anni ha camminato con la comunità e con tutta la gente del posto.
Le sorelle che hanno potuto essere presenti, a nome di tutte quelle che si sono succedute nei tanti anni trascorsi, hanno ricevuto in dono l’icona dei discepoli di Emmaus, raffigurata nel tabernacolo della chiesa di Sant’Arialdo.
“Quei discepoli di Emmaus che oggi vi doniamo rappresentano il primissimo nucleo di una Chiesa che traendo forza dall’incontro con Gesù risorto va poi incontro a tutti…e vogliamo che rappresentino un legame simbolico e indissolubile tra il centro della nostra Parrocchia, il suo tabernacolo, e ognuna di voi e il vostro Istituto”
Così la gente si è rivolta a noi Ausiliarie, con parole a dir poco toccanti.

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VIVERE PER DONO - La missione di ciascuno

WhatsApp Image 2022 10 03 at 22.36.08È da poco iniziato il mese missionario: ogni anno siamo invitati a tornare sulla dimensione della missione, come ogni anno siamo invitati, dalla sapienza della chiesa, a tornare sulle dimensioni costitutive del nostro essere cristiani e sui misteri della fede nei quali siamo radicati per approfondirli e viverli appieno.

In questo mese siamo accompagnati dalla figura di Charles de Foucauld, canonizzato il 15 maggio di quest’anno. Una figura affascinante di giovane ateo, gaudente e inquieto, poi militare, esploratore, che arriva alla fede dopo una lunga ricerca fatta di una preghiera essenziale “Mio Dio, se esisti, fa’ che io ti conosca!” e dell’umile richiesta di essere aiutato ed accompagnato dall’abate Huvelin. L’incontro con Dio gli fa decidere subito di appartenergli totalmente e lo porterà a cercare l’imitazione della piccolezza di Gesù prima a Beni Abbes, in Algeria, dove vivrà una vita di preghiera e di accoglienza di qualunque fratello busserà alla sua porta, e poi tra i Tuareg nomadi nel Sahara, dove sarà ucciso il primo dicembre 1916.

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