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ANNIVERSARI: Al pozzo di Sicar

acqua1Testimonianza di Daniela Mapelli, nel 25' anniversario di consacrazione

Abito in Samaria, la regione di mezzo tra la Galilea degli inizi e la Giudea del compimento di ogni vocazione ed è proprio il mezzogiorno l’ora della vita che sto attraversando.Dopo venticinque anni di consacrazione, mi ritrovo nello spazio e nel tempo della pagina del quarto capitolo di Giovanni (Gv 4, 5-6) e, presa dentro la narrazione, lascio che sia Gesù affaticato dal viaggio a rispondere alla sete di vita dei miei giorni. Anch’io sono affaticata da un ridondante senso di vuoto e di inutilità, dalle delusioni che io porto a me stessa, dalle attese di buoni risultati pastorali che arrivano sempre meno e, forse per questo, non mi è difficile entrare in confidenza con Gesù affaticato dal viaggio. Mentre a Lui racconto di me, in modo del tutto inaspettato, nel suo e nel mio affaticamento intravvedo l’inizio di una vitalità nuova: i sogni prendono forma concreta, l’ideale diventa realtà, il momentaneo grido di entusiasmo diventa un sussurro di gioia duratura e un senso profondo di gratitudine si impone sull’insoddisfazione.

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ANNIVERSARI: Una confidenza di questo tempo

WhatsApp Image 2022 05 21 at 20.57.48Testimonianza di Nuccia Marnati, nel 40' anniversario di consacrazione

Cleopa e il suo amico, nel cammino da Gerusalemme a Emmaus, continuano a parlare tra loro per cercare di comprendere le parole, i gesti, il messaggio di Gesù, quel Gesù che hanno conosciuto, affiancato, amato e seguito nella quotidianità. 

Mi piace pensare che anche per me tutti questi giorni vissuti con Gesù - immersa nella sua vita, nel suo amore… in ogni particolare della semplicità di gesti quotidiani - siano proprio per comprendere sempre di più la sua Parola i suoi gesti, il suo amore immenso e infinito per ciascuno.

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ANNIVERSARI: In ascolto di Dio che matura l'orzo intorno alla mia casa

WhatsApp Image 2022 05 18 at 23.17.57Testimonianza di Elena Vitali, nel 40' anniversario di consacrazione

Cerco le parole per raccontare la bellezza di questi quarant’anni donati al Signore pienamente, per sempre, nella vita consacrata come Ausiliaria Diocesana di Milano e mi accorgo che alla mia piccola vita donata corrisponde tanta vita ricevuta. In questo senso, dovrei raccontare di quarant’anni nei quali, non io, ma il Signore stesso si è fatto dono per me, si è donato pienamente a me…come una benedizione! 

È così perché, nonostante tutte le mie miserie, limiti, pochezze e fragilità, Lui ha benedetto la mia vita non lasciandomi mai sola e prendendosi amorevolmente cura di me. Come un padre, come uno sposo.
Nel dono di me stessa a Lui ho trovato e costruito la gioia. E questa è per me una certezza, anche se a volte la gioia, in questi miei quarant’anni, si è fatta strada faticosamente perché il cammino da praticare non era un bel sentiero agevole e pianeggiante, luminoso e gratificante, ma un percorso oscurato da nuvole e buio, con sassi d’inciampo e cartelli fuorvianti, con il rischio di farmi perdere la strada intrapresa.

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La gioia per gli anniversari di consacrazione

WhatsApp Image 2022 05 21 at 20.57.48Il 1972 è una data significativa perché segna un punto di svolta nelle origini del nostro Istituto: il discernimento fatto a quei tempi, dalle giovani e dalla Chiesa diocesana, attorno all'intuizione del card. Montini portò alla Prima professione dei voti di castità, povertà e obbedienza e alle prime esperienze pastorali. Ecco il ricordo grato di Angelina, che il 28 maggio, insieme al Vescovo e alle altre consacrate presenti in Diocesi, ricorderà i 50 anni di consacrazione, con i 40 di Nuccia Marnati, Rosanna Marzorati ed Elena Vitali e i 25 di Laura Invernizzi Daniela Mapelli.

Il 29 agosto 1972 ho detto il mio sì “pieno” al Signore.
Una data lontana ma presente puntualmente nella mia vita di donna consacrata.
Il Signore mi aveva chiamata a fare un salto – se non proprio nel buio – per una partenza coraggiosa, perché l’Istituto delle Ausiliarie Diocesane era in una fase embrionale. 
Comunque esso era frutto dello Spirito che illuminava il pastore della nostra Diocesi – l’Arcivescovo Montini – che intravvedeva le nuove necessità pastorali.
Ma c’era un altro motivo che mi sosteneva: ero “figlia” di un Concilio Ecumenico che aveva aperto la mente e il cuore di tutta la Chiesa e ne avevo gustato la bellezza.

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PORSI ACCANTO A CHI SOFFRE: un'esperienza di cappellania

8eaa652a c8a4 4d95 8753 cad357555eb1In occasione della XXX giornata mondiale del malato il Santo Padre ha scritto un messaggio dal titolo “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.
Il Policlinico dove presto servizio è una realtà molto grande e complessa. Il servizio religioso presente in esso oltre a me è composto da tre sacerdoti a tempo pieno e uno part-time, la comunità delle suore di Maria Bambina, il sabato e la domenica sono presenti anche cinque seminaristi. 
Ho chiesto ad una suora e ad un cappellano che cosa significhi per loro porsi accanto a chi soffre.

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