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Con Santa Teresa: una mistica... apostolica

Avila1Per sottolineare in modo particolare il Quarantesimo dell’Istituto, per gli esercizi spirituali di quest’anno abbiamo scelto la forma del pellegrinaggio, nel desiderio di accostare una figura femminile, che fosse a un tempo maestra per la vita spirituale personale e rilevante per la vita della Chiesa. Siamo così andate a Avila, immergendoci, grazie anche allo splendido scenario delle Mura della città patrimonio dell’umanità, nel contesto della Spagna del 1600 e ci siamo messe in ascolto della vita e dell’insegnamento di Santa Teresa di Gesù

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Al via un nuovo anno

giornata comunitCome ogni anno la fine di agosto prevede alcuni appuntamenti, che da una parte concludono il tempo estivo, dall’altra rilanciano la nostra missione nel nuovo anno pastorale: la giornata comunitaria e gli esercizi spirituali. 

Aperta con la celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo mons. Delpini, la giornata comunitaria di quest’anno è stata un’occasione per raccoglierci e ripartire insieme nell’anno in cui ricordiamo il quarantesimo dello statuto.
Nell’incontro plenario della mattina seguito da un dibattito, Mons. Delpini ha offerto all’assemblea qualche spunto di riflessione sulla missione, ricordando che “missione” è un sostantivo “passivo” che indica l’«essere inviati» e richiede che si mantenga lo stile di colui che manda (Gesù).  Particolarmente sottolineato è stato anche il legame particolare tra l’Arcivescovo e l’istituto delle Ausiliarie, che è forma propria della Diocesi di Milano e ad essa è dedicato.

Dopo il festeggiamenti per gli anniversari di alcune sorelle, occasione per rendere grazie al Signore per la loro fedeltà, nel pomeriggio sono stati affrontati alcuni temi “caldi” su cui stiamo riflettendo, riguardanti la vita dell’Istituto stesso e il nostro carisma.

In quest’anno particolare per la vita dell’istituto, per gli esercizi spirituali che svolgeremo da domani ad Avila, abbiamo scelto di accostarci alla figura di S. Teresa, maestra di preghiera e, forse per questo, donna tanto significativa per la Chiesa.
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Dopo 40 anni... Valeriana e Albina

fotoAll'inizio c'è una Parola!
Così affermano con entusiasmo Valeriana e Albina al ritorno da alcuni giorni vissuti in un monastero benedettino della Val d'Aosta: giorni vissuti nella lode e nel rendimento di grazie per il dono della vocazione sfociata quarant'anni fa con la professione nell'Istituto delle Ausiliarie Diocesane.
Mc 10,17-21: "... allora Gesù fissandolo lo amò ... vieni e seguimi".
Saper vedere, non si è mai finito di imparare quest'arte da cui dipende la comunicazione, la comunione e quindi il sapore della vita. Questo sguardo di Gesù su di me è l'inizio di un cammino di sequela. Mi sono sentita conosciuta nel profondo del cuore e mi sono sentita accolta. Sentirsi guardata, amata è la molla che ha fatto scattare la gioia di camminare dietro Lui.

Valeriana Galimberti

Gv 14,6: "Io sono la via, la verità e la vita".
Per tanti anni, domenica dopo domenica, ho letto queste parole scritte nel mosaico dell'abside della mia chiesa di S. Andrea a Milano, da dove provengo, fino a quando hanno suscitato in me una domanda, mi hanno scavato dentro, mi hanno donato pienezza di senso alla mia ricerca vocazionale. Via Verità Vita: una persona. Gesù! E allora per trovare Lui vale la pena seguire questa strada, vale la pena lasciare quello che hai perché ormai hai trovato la verità che ti appaga e ti riempie di vita e di gioia. Dopo quarant'anni vale la pena continuare perché la strada è certa, la verità non delude, la promessa di vita è sicura.
Tutto è dono e il cuore canta il nostro Magnificat e sentiamo vere le parole di S. Agostino che ci invitano a continuare il cammino: "Canta con la voce e con il cuore con la bocca e con la vita. Canta senza stonature la verità del cuore. Canta come cantano i viandanti, non per cullar l'inerzia, ma per sostener lo sforzo. Canta e cammina".

Albina Daccò

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Dopo 25 anni... Guglielmina

guglielminaUn anniversario importante è occasione per celebrare e rendere grazie con e nella Chiesa per il dono della vocazione.
Il motivo del ringraziamento lo (ri)trovo nel Salmo 116, che avevo scelto per i primi voti: «forte è il suo amore per noi, e la fedeltà del Signore dura in eterno». A distanza di 25 anni non posso che ridire, con ancora più convinzione, l'amore e la fedeltà di Dio.
Di doni in questi anni ne ho ricevuti davvero tanti: la relazione col Signore che sostiene ogni attività, le comunità con le quali ho condiviso il servizio e l'amore alla Chiesa, i tanti amici che mi hanno accompagnato dall'inizio o che ho incontrato sul mio cammino.
Certo, il mio volto è segnato dal passare degli anni, ma soprattutto la mia storia è fatta dei volti di tutte le persone che ho incontrato in questi anni e con le quali ho condiviso un pezzo di strada: insieme qualche volta è capitato di affrontare una salita impegnativa, altre volte di riposare in una radura, condividendo una gioia, un pensiero o un sogno che il Signore aveva messo nel cuore, più spesso di vivere insieme, semplicemente, l'ordinario della vita e della vita in parrocchia.
Insomma, se dovessi pensare ad una mia "immagine del profilo" (come ci chiedono i social) di Ausiliaria Diocesana "venticinquenne" penserei ad una di quelle fotografie che, se ingrandite, si rivelano essere un mosaico di piccole "foto-tessera". Ecco, il mio volto è un mosaico dei volti di tutte le persone che ho incontrato fin qui.
In modo particolare ringrazio il Signore per i bambini, i miei piccoli-grandi maestri che ogni giorno, con la loro semplicità e profondità sono stati (sono) per me i più attenti e profondi ascoltatori della Parola.
Ed ora, come conclude sempre la mia cara amica Gemma, monaca a Rovereto: Avanti con fiducia!

Guglielmina Scattolin

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L'Arcivescovo alle Ausiliarie: «Questo è il tempo della vostra missione»

40esimoDurante una partecipata e solenne celebrazione eucaristica, abbiamo reso grazie. Nella basilica di S. Ambrogio molti sono venuti condividere con noi questo momento. «Come si vive il quarantesimo anniversario?», ha chiesto l’Arcivescovo Mario Delpini durante l’omelia (video), e alle molte risposte che si potrebbero dare, ha proposto di preferire quella che emerge dalla lettura congiunta delle letture che abbiamo ascoltato durante la celebrazione, del tempo che stiamo vivendo e del contesto ecclesiale e sociale in cui ci troviamo: il quarantesimo anniversario coincide con il tempo di missione, un tempo per tornare ad ascoltare quello che il Signore dice, per mettersi in cammino. «A me pare – ha detto l’Arcivescovo – che il Signore dica alle Ausiliarie “questo è il tempo della vostra missione” è il tempo per sentire che il Signore vi manda e il nome della vostra missione sta in Delpini40esimoun’espressione che vi caratterizza fin dall’inizio, in una parola di Giovanni Battista Montini che vi definisce, dall’inizio, come le donne della risurrezione, donne che vivono di questa esperienza di incontro con il Risorto e ne fanno la ragione della loro vita».

E dopo averci invitato a essere «donne della Parola, donne docili alla parola di Dio, continuamente desiderose di lasciarsi costruire da Dio», in una vibrante perorazione, ha espresso un desiderio per la Chiesa, che diventa imperativo per noi: «Donne della risurrezione, siate donne! Nella Chiesa di oggi è necessario che le donne siano una presenza capace di profezia e di umiltà, capaci di coraggio e di attenzione […]. Siate donne capaci di parlare agli uomini e alle donne e a tutta la Chiesa, capaci di essere persone persuasive per la gioia che testimoniate». E continuiamo il cammino.

 

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