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NEL SABATO SANTO DELLA STORIA/5

Maria Rupnik 5C’è una terza e fondamentale consolazione che ci viene donata nel silenzio e nella memoria orante che possiamo vivere in questi giorni a imitazione di Maria, è la consolazione della vita. Martini la definisce così perché “i suoi effetti si esprimono nella quotidianità permettendoci di rimanere in piedi nei momenti più oscuri”.
Ce la spiega a partire da un’altra domanda che immagina di porre a Maria: “che senso ha tanto soffrire? Come fai a dare significato alla tragedia che stai vivendo?” La risposta sembra suggerita da alcune parole che Gesù ha detto proprio pensando alla sua ora che si avvicina: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se muore invece produce molto frutto… Maria partecipa dunque di questo soffrire per portare frutto, che in lei “è la generazione di un popolo di credenti”.
Un aspetto importante della riflessione di Martini è che la consolazione della vita è “una forza interiore di cui non è necessario essere coscienti”. E ci suggerisce di andare a ricordare l’esperienza, che tutti abbiamo certamente fatto, di essere stati sostenuti da “una forza che ci ha accompagnato in momenti duri e faticosi, anche quando non la sentivamo e ci sembrava di non possederla”. E spiega: “ci pare a volte di essere abbandonati da Dio e dagli uomini, e però, rileggendo in seguito gli eventi, ci accorgiamo che il Signore aveva continuato a camminare con noi, anzi a portarci nelle sue braccia. Questa consolazione opera in noi e ci sostiene: è una consolazione sostanziale perché tocca il fondo dell'anima”.

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NEL SABATO SANTO DELLA STORIA/6

Maria Rupnik 6Siamo al Sabato Santo. Domani la Pasqua ci vedrà ancora chiusi nelle case. Ma mentre rimaniamo, vogliamo seguire con il cuore le Donne che, nel mattino di quel giorno dopo il sabato, sono andate al sepolcro, quando ancora era buio, per ricevere l'annuncio più straordinario della storia, che pure sembra aver continuato a scorrere uguale a se stessa. Eppure non è così, molto è cambiato, anche se tante cose sembrano continuamente ripetersi immutate.
Come ci dice ancora il cardinal Martini, che ci ha accompagnato in questi giorni, "siamo chiamati a vivere come pellegrini nella notte rischiarata dalla speranza della fede e riscaldata dall'autenticità dell'amore. Allora il sabato del tempo apparirà ai nostri occhi come già segnato dai colori dell'alba promessa e la pallida luce dei giorni che passano si illuminerà dei primi raggi del giorno che non passa, l'ottavo e l'ultimo, il primo della vita eterna di tutti i risorti nel Risorto".
Oggi potremo tornare sui pensieri e i doni spirituali che abbiamo ricevuto in questa settimana e gustare attraverso questa poesia di R. M. Rilke la gioia piena di pace di Maria a cui per prima suo Figlio si è certamente manifestato. A lei chiediamo di renderci partecipi di questa sua esperienza.
 

Suggeriamo una preghiera di R.M. Rilke

 Cosa sentirono allora: dolce

non è tra tutti i segreti
e pur terrestre:
quando Egli, un poco pallido ancora per la tomba
innanzi a lei comparve fatto lieve:
risorto in ogni punto.
Oh, a lei prima che ad altri. Come furono essi allora,
inesprimibilmente nel rimarginarsi l'uno all'altra.
Si, andavano rimarginandosi: questo accadeva.
E non era necessario per loro fortemente sfiorarsi.
Posò lui per un istante
lieve la sua eterna ma vicina
mano sulla spalla della donna.
E cominciarono,
muti come gli alberi nella primavera,
infinitamente al tempo stesso,
questa stagione
della loro familiarità più intensa.
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AVVENTO 2020: Si può evitare di essere stolti

Delpini lettera pastoraleEntriamo nel prossimo Avvento sollecitati dal magistero del Vescovo nella lettera pastorale. Chiamati ad invocare la sapienza come dono dall'alto, essa diviene anche impegno personale: si può evitare di essere stolti, si dice nel sottotitolo. Attraverso la Parola di Dio che, nel rivelarsi illumina, vorremmo entrare nelle profondità del cuore, laddove il sapiente e lo stolto talvolta si sfidano a duello, per arrivare a contemplare a Natale Gesù, sapienza del Padre

 

Ecco dunque, gli appuntamenti che ci attendono. I contributi chiesti ad alcune Ausiliarie usciranno il venerdì, per permettere a tutti di preparare la nuova settimana.

 

15 novembre: IL PENSIERO DEGLI STOLTI (Sal 53)

22 novembre: L'ATTESA DEGLI STOLTI  (Mt 25,1-13)

29 novembre: LA RICCHEZZA DEGLI STOLTI (Lc 12,16-21)

6 dicembre: L'OPERA DEGLI STOLTI (Mt 7,24-29)

13 dicembre: L'OPERA DELLA SAPIENZA (Sap 9,9-11)

20 dicembre: IL PRINCIPIO DELLA SAPIENZA (Prv 8,22-31)

25 dicembre: GESU', SAPIENZA DEL PADRE (Cor 1,20-25)

 

Leggi la LETTERA DEL VESCOVO PER L'AVVENTO scaricabile dal sito della Diocesi «Il tempo in cui si celebra il mistero dell'Incarnazione è particolarmente intenso per molti aspetti. Il rischio di essere trascinati dagli adempimenti, dagli stimoli delle consuetudini mondane e di soffrire la frustrazione delle limitazioni imposte per contenere la pandemia può indurre una situazione di malessere profondo. Il Figlio di Dio è divenuto figlio dell'uomo e con il dono dello Spirito insegna e rende possibile ai figli degli uomini abitare i giorni come figli di Dio».

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AVVENTO/1: Il pensiero degli stolti

nuvoleLo stolto dice: Dio non esiste. 

Sono corrotti, fanno cose abominevoli, non c’è chi agisca bene.

Dio dal cielo si china sui figli dell’uomo

 per vedere se c’è un uomo saggio, uno che cerchi Dio.

 

Sono i primi versetti del Salmo 53 che può essere suddiviso in tre parti: la prima detta “Il lamento sull’ateismo e sull’ingiustizia” (Sal 53, 2-5); la seconda “L’oracolo giudiziario divino” (Sal 53, 6); la terza “L’antifona finale aggiunta” (Sal 53,7).

Ci fermiamo sulla prima parte che ci offre la possibilità di riflettere sull’essere stolto e sull’essere saggio. Il salmo evidenzia che la stoltezza dell’uomo conduce a vivere senza Dio, a relegare Dio nel cielo e non considerarlo presenza reale e significativa (Dio non esiste). 
A questo sguardo miope sulla realtà, che non va aldilà del proprio naso, corrisponde il rischio di diventare idolatri e di considerare gli altri sempre come sospettabili antagonisti.
E invece, la realtà di Dio è ben altra, perché Dio dal cielo si china. 
È un’immagine bellissima: un Dio che dal cielo -dove noi stolti lo abbiamo relegato, per non ascoltarlo, per fare in modo che non ci scomodi con il suo desiderio di amicizia- si china, esce per entrare nella nostra storia e per poter rinnovare l’alleanza con l’umanità!

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AVVENTO/2: L’attesa degli stolti

La parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13) è propria dell’evangelista Matteo, presentando una situazione che ai tempi di Gesù poteva essere realistica. Alla vigilia delle nozze, al tramonto, il fidanzato si recava con gli amici alla dimora della fidanzata che attendeva il suo arrivo già abbigliata e assistita dalle amiche. Al calare delle tenebre era normale che le giovani compagne della sposa accendessero le lampade per accogliere lo sposo. 

Ma ecco che viene sottolineata la differenza tra cinque vergini, ‘sagge’, che hanno preso con sé dell'olio di scorta in vasi, e cinque, ‘stolte’, che invece non ci hanno pensato: è proprio qui il fulcro della parabola. I piccoli vasi che le ragazze hanno portato con sé richiamano l’attenzione dell’ascoltatore su un grande atteggiamento, in vista della salvezza. I vasi mancanti sono segno di superficialità e frettolosità nel pensare al tempo che viene!

La conclusione, in effetti, non è a lieto fine - dopo il dialogo serrato delle ragazze - con l'esclusione definitiva dal Regno. Per la verità, poi, non manca nemmeno l’emergere di una certa antipatia per le ragazze che non condividono l’olio…  

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