Epifania: Ritornare per un’altra via: i Magi
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Questi astrologhi/astronomi provenivano dalla Persia, dalla Siria orientale o forse dall’Arabia. Difficile calcolare la distanza esatta che possono avere percorso in un cammino così inedito. L’evangelista Matteo, al capitolo 2, si limita a dire come “Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme” (v. 2). Se dovessimo ipotizzare i tempi di percorrenza potremmo calcolare che la distanza tra Teheran e Gerusalemme (1600 km) comporta circa un mese di strada. Lavorando ancora nel campo delle ipotesi, potremmo dedurre che passarono circa due anni tra la prima visione della misteriosa stella e l’arrivo nella capitale d’Israele; non si spiegherebbe, altrimenti, come mai Erode – sperando di eliminare il Re dei Giudei – abbia ordinato di “uccidere tutti i bambini che … avevano da due anni in giù”(v. 16). In realtà non sappiamo con precisione dove è iniziato il ‘loro’ Oriente, e come mai la strada ha richiesto così tanto tempo: i Magi possono avere viaggiato molto lentamente per gustare con calma ogni passo, potrebbero avere fatto soste prolungate, percorso strade tortuose o – addirittura – perso l’orientamento!
“Nell’immaginario biblico l’Oriente - lì dove sorge il sole - è il luogo dell’originario, dove tutto comincia. In questo senso i Magi sono figura di quanti, muovendo dalle esigenze originarie, costitutive dell’essere umano, vanno verso la Città indissolubilmente congiunta alla rivelazione divina nella storia, Gerusalemme”. (B. Forte)
Se non sappiamo bene quanto abbiano viaggiato, siamo certi che i Magi sono paradigma di ogni onesto cercatore di Dio, mosso dal desiderio sincero e radicale, di incontrare la Verità. I Magi sono pellegrini, non viandanti qualsiasi!
Pellegrino è colui che decide di farsi straniero sulla terra, che parte, lascia sicurezze e comodità per entrare nella precarietà e provvisorietà del cammino. Il pellegrino non può sapere in anticipo quello che troverà lungo il percorso, non sa nulla delle persone che incontrerà, non può ancora quantificare fatica e gioia che sperimenterà. Soprattutto non conosce l’agire della provvidenza di Dio sui suoi passi incerti e faticosi, non immagina i pensieri che Dio gli suggerirà mentre cammina, non può ancora dare volto ai compagni di viaggio del giorno appena cominciato.
Avvento 6: Dalla carne alle cose del Padre: Maria
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I Vangeli dell’infanzia si chiudono, al capitolo 2 di Luca, con una risposta che fa unità – in una naturalezza che ha del soprannaturale! – tra il mistero e la carne di Cristo: Gesù starebbe nelle cose del Padre ma sottomesso alla madre.
Anche noi, allora, in questa Domenica dell’Incarnazione, in obbedienza come Gesù, ci sottomettiamo a Maria; ci mettiamo-sotto la sua protezione, sotto il suo sguardo, sotto il suo manto che oggi nasconde il pieno di un’attesa che sta per finire.
Con Maria, oggi vogliamo tornare a fare una cosa per volta e un passo per volta, come ogni donna che al termine della gravidanza prende il ritmo di un camminare lento e di un respirare profondo.
Vogliamo riprendere contatto con la vita ordinaria, quella che non va sempre perfettamente al massimo …ma che, anzi, a volte rallenta e si ferma perché non è un macchinario artificiale, programmato a ciclo continuo, ma è creazione divina e, come tale, assomiglia piuttosto agli ulivi che danno frutto abbondante ogni due anni, concedendosi regolarmente un anno di riposo…
Avvento 3: Camminare al contrario
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Avvento 2: Lasciare su una promessa
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“Il Signore mi benedice, dice bene di me e della mia storia; me l’ha promesso e questo mi basta”.
Non siamo lontani dal vero, immaginando l’eco di queste parole nel cuore e nella mente di Abramo, pellegrino nella fede. E volentieri continuiamo a seguire la danza dei suoi pensieri…
“Era di nuovo il momento, non si poteva più rimandare. Era nel conto, per pastori semi-nomadi ogni accampamento è provvisorio!La stabilità non era per noi. Per l’ennesima volta avremmo lasciato il luogo che ci aveva provvisoriamente ospitato, per trasferirci poco oltre, alla ricerca di terreni fecondi, in grado di sfamare –almeno per un po’ –l’intera famiglia e il nostro bestiame.
Eh sì, potremmo dire che la nostra è una vita mai sazia, siamo sempre in movimento: arriviamo in un posto, consumiamo tutte le risorse che una terra ci offre e, una volta esaurito un terreno, via, alla volta di un altro che possa continuare a soddisfare il nostro bisogno di sussistenza.
Mentre questi pensieri abitavano il mio cuore, osservavo Sara, mia moglie e rivedevo in lei gli stessi sentimenti di stanchezza, amarezza e delusione. Era all’interno della tenda, stava raccogliendo le poche cose che una vita così ci permetteva di avere, per essere pronta, al sorgere del sole, per la nuova ennesima partenza. Ogni volta più difficile. Era l’età avanzata la causa di tutta quella pesantezza? Forse, ma non era solo quello. Sentiva, anche lei, tutta l’inutilità di quelle azioni, che già tante volte aveva compiuto e chissà per quante altre avrebbe dovuto ripetere. Perché? Per chi? Eh sì, la questione era sempre quella, tutto tornava sempre lì, al macigno frustrante del nostro animo: il suo grembo non aveva generato nuova vita, non era diventata madre, neanche un figlio… Il Signore non aveva benedetto la nostra famiglia… Che senso dare allora a tanta fatica?Avevamo tutto, ma anche questa nostra ricchezza – proprio come la nostra dimora - era provvisoria e alla nostra morte, nostro erede sarebbe stato un servo, un domestico, Elièzer di Damasco. La storia della nostra famiglia si sarebbe esaurita con noi.
Avvento 1: Sentieri nel suo cuore
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La Bibbia non fa eccezione e, anzi, a più livelli vi ritorna: dal racconto delle origini del popolo che Dio si è scelto, traendolo fuori da una famiglia di migranti, al continuo peregrinare di singoli e gruppi nella prosecuzione della storia, fino all’indicazione – per i cristiani – di un modo di stare nel mondo senza possederlo, come «stranieri e pellegrini» (2Pt 2,11). I passi del cammino, i suoi pericoli, i differenti terreni che attraversa, le svolte, gli incontri e i discorsi che vi si fanno, le sue tappe diventano così rimando ad altro, se vissuti in dialogo con l’Altro.
«Beato l’essere umano che ha in te la sua forza – canta il Sal 84,6 – sentieri nel suo cuore»: mi piace lasciare indefinito, come nel testo ebraico qui tradotto letteralmente, a chi appartengano questi sentieri: sono sentieri nuovi, messi da Dio o sono i sentieri umani che, finalmente, in Dio, trovano il modo per districarsi dalle angustie, dagli ostacoli, dalle paure che diventano punto di partenza per nuovi passi? Chi cammina ponendo la sua forza in Dio, vede crescere il suo vigore lungo il cammino (Sal 84,7), sentendo Dio alleato e i propri desideri dilatarsi alla misura della Speranza.
In questo tempo di Avvento e di Natale, la nostra proposta di preghiera presenterà l’itinerario di alcuni personaggi biblici: mettendoci in risonanza con i loro cammini, ci fermeremo su qualche caratteristica che tocca anche la nostra vita, per dialogarne con il Signore con le parole dei Salmi.
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- 18 novembre 2018: Sentieri nel suo cuore (Sal 84,6)
- 25 novembre 2018: Lasciare su una promessa (Abramo)
- 2 dicembre 2018: Camminare al contrario (Giona)
- 9 dicembre 2018: Camminare nella perseveranza (Rut)
- 16 dicembre 2018: Camminare è accompagnare (Mosè)
- 23 dicembre 2018: Dalla carne alle cose del Padre (Maria)
- 6 gennaio 2019: Ritornare per un’altra via (i Magi)
- 13 gennaio 2019: Camminare e scendere (Gesù, battesimo)
Prima di andare, prega con il Salmo 84:
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