Ingressi 6 - Dio entra nella carne
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Nel giorno in cui la Chiesa Ambrosiana celebra il mistero dell’ Incarnazione, mi piace riprendere un testo di Sartre, un pensatore sedicente ateo dell'esistenzialismo del '900, che davanti all’icona di Maria con il Figlio tra le braccia scrive di Lei: Lo guarda e pensa: «Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne. È fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca è la forma della mia. Mi rassomiglia. È Dio e mi assomiglia». E poi continua, parlando del Figlio: «Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive».
Non aggiungo parole a commento del mistero, se non una considerazione su un fenomeno attuale che forse, imprevedibilmente, ci permette di ricomporre un sorriso sulla tragedia del mondo e di non lasciarci rubare la speranza, come ama dire Papa Francesco.
Ingressi 5 - Dio entra nella sofferenza
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Ritornando con il pensiero al momento in cui mi è stato comunicato che Andrea era morto in modo così tragico ed improvviso ho subito pensato “ Ma cos’altro vuoi, Signore, da questa famiglia? Perché li stai provando in questo modo?”.
Con mia cugina non ci sentiamo in modo frequente, ma la sua famiglia è sempre presente nelle nostre preghiere (mie e della mia famiglia) e attraverso i racconti della zia abbiamo sempre seguito l’evolversi della malattia di Luca e Gabriele, tenacemente ed ostinatamente attaccati alla vita nonostante le limitazioni imposte dalla distrofia muscolare di cui soffrono entrambi.
Ingressi 4 - L'ingresso della Misericordia
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Ingressi 3 - Dio entra nella cultura
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Dio non ha la presunzione di parlare dall’alto dei cieli; Dio non ha nemmeno la pretesa che noi capiamo dei discorsi di cielo (Gv 3,12)… tanto che quando Dio, in Gesù, vuole parlarci del Regno, non ci parla di cosmologie angeliche o di altri mondi, ma ci parla di granelli di senepa e alberi ospitali (Mc 4,30-32) o di tesori nascosti (Mt 13,44), oppure ci parla di contadini (Lc 7,5), di pescatori (Mt 13,47). Gesù parlava agli uomini del suo tempo, alla cultura del suo tempo. Vorrei azzardare che Gesù osservando quel campo che biondeggiava per la mietitura, abbia percepito più profondamente l’avvicinarsi della sua ora (Gv 4,35): lasciava che la cultura del suo tempo, le sue scoperte e le sue conquiste lo aiutassero nello svelare il mistero di Dio.
Ingressi 2 - Dio entra nella tua vita
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